Mulan è la prima principessa a confrontarsi con una guerra.
Il nome “Mulan” letteralmente significa Magnolia: un fiore che, nel film, ricorre infatti spesso. Guardando il lungometraggio ci si rende conto che, dall’inizio alla fine, nell’abbigliamento della protagonista c’è sempre qualcosa di blu: un modo per indicare come, nonostante il travestimento, Mulan resti sempre fedele a se stessa.
È una delle pochissime principesse a non sposarsi affatto alla fine del film, anche se ci viene lasciato intendere un fidanzamento con Shang.
La produzione di Mulan iniziò ben quattro anni prima l’uscita del film, nel 1994, per poter mandare un gruppo di supervisori in Cina per apprendere la cultura e le tradizioni del posto, scattando anche qualche foto.
Nella leggenda originale Mulan non aveva aiutanti animali: fu Roy Disney a suggerire l’inserimento di Mushu, nonostante la produzione fosse restia ad introdurre un drago nel film, temendone le dimensioni.
I registi del lungometraggio non volevano che ci fossero canzoni: fu la Disney ad insistere, per garantire la continuità dell’opera con i precedenti classici. “Farò di te un uomo” è stata infatti una delle canzoni Disney più apprezzate in assoluto.
Durante la canzone “Riflesso“, in cui Mulan si specchia nella lapide, possiamo vedere scritti in cinese i nomi degli animatori che hanno lavorato al film.
La storia di Mulan, il cui testo originale è andato perduto, risale al VI secolo, durante le Dinastie nel Nord e del Sud, periodo che va dal 420 al 618 e in cui l’impero cinese si frantumò in tanti piccoli imperi minori.
I combattimenti sono stati coreografati da due esperti di arti marziali cinesi: Mimi Chan e George Kee, che hanno fatto anche da modelli per Mulan e Shang.
I registi Tom Bancroft e Barry Cook hanno un piccolo cameo nel finale.

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