Il 25 novembre è quella giornata che, per convenzione, viene definita a livello internazionale Giornata contro la violenza sulle donne. Un tema la cui grande importanza va ricordata sempre, non solo oggi. In questi giorni abbiamo potuto notare come il tema sia preso sul serio dai nostri politici, che al momento in cui la ministra Elena Bonetti ha discusso la mozione erano per la grande maggioranza assenti.
Perché proprio il 25 novembre?
Non è stata scelta a caso, è infatti in ricordo di un brutale assassinio avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana. Tre sorelle, il cui cognome è Mirabal, che possono essere considerate delle rivoluzionarie furono torturate, massacrate e strangolate.
Patria, Minerva e Maria Teresa erano colte, benestanti e ferventi cattoliche ma non volevano piegarsi alle decisioni del dittatore dittatore Rafael Leónidas Trujillo, che nei suoi trent'anni di potere fece uccidere chiunque gli si opponeva, per un ammontare di circa trentamila vittime. "Farfalle" era il nome che le tre sorelle si erano scelte all'interno del movimento di insurrezione fondato dalla stessa Minerva e dal marito. Tutti i membri vennero presto arrestati comprese le sorelle Minerva e Maria Teresa ed i rispettivi mariti condannati per sedizione ed incarcerati. Fu il dittatore stesso a liberare le due donne, mentre i mariti furono trasferiti nella fortezza di Puerto Plata. Il 25 novembre mentre tornavano da una delle numerose visite al carcere dei mariti, la Jeep su cui viaggiava anche la sorella Patria, fu fermata da quattro sgherri di Trujilo. Le tre sorelle e l'autista dell'auto furono portati in un canneto e massacrati a colpi di bastone. I quattro cadaveri furono caricati in macchina, che fu poi spinta giù da un burrone a simulare un' incidente stradale, Patria aveva 36 anni e tre figli, Minerva 34 anni e due figli, María Teresa 25 anni e un figlio.
Abbiamo scelto alcuni libri tra i tanti sull'argomento, ve ne riportiamo copertina e trama qui di seguito.
L'ultima ragazza - Nadia Murad
Nadia Murad racconta la propria personale, drammatica, spaventosa esperienza in “L’ultima ragazza”. Appartenete alla minoranza Yazida, comunità stanziata a nord dell’Iraq, Nadia è stata rapita, trasportata insieme a moltissime altre donne a Mosul e costretta a diventare schiava dei miliziani. Un inferno iniziato con l’arrivo dell’ISIS nel suo villaggio nell'agosto del 2014 e terminato solo dopo la sua fuga. Da allora Nadia, candidata più volte al premio Nobel per la Pace, si è impegnata contro l’oppressione delle donne e ha portato la sua voce, le sue idee, la sua testimonianza davanti all’ONU, al Parlamento Europeo e a quello di molti Stati membri. Il suo discorso pronunciato il 20 dicembre 2015 davanti al Consiglio di sicurezza dell’Onu ha commosso, sconvolto e, soprattutto, fatto prendere reale coscienza delle torture a cui sono state sottoposte le donne yazide. Una biografia dolorosa, una tragedia personale narrata per documentare la violenza e la barbarie dell’Isis.
Donne, razza e classe - Angela Davis
Trama
Uscito per la prima volta negli Stati Uniti nel 1981, è considerato uno dei testi pioneristici del femminismo odierno. È con questo fondamentale lavoro infatti che Angela Davis ha aperto un nuovo metodo di ricerca che appare più attuale che mai: l'approccio che interconnette i rapporti di genere, razza e classe. Il libro sviluppa un saggio scritto in carcere nel 1971, uno studio storico sulla condizione delle afroamericane durante lo schiavismo volto a riscoprire la storia dimenticata delle ribellioni delle donne nere contro la schiavitù. Racconta episodi tragici della storia degli Stati Uniti, frutto di miti ancora in voga come quello dello "stupratore nero" e della superiorità della "razza bianca", ma anche eccezionali e coraggiosi momenti di resistenza. Attraverso le storie di alcune delle figure chiave della lotta per i diritti delle donne, delle nere e dei neri, e della working class statunitense, ricostruisce i rapporti tra il movimento suffragista e quello abolizionista, gli episodi di sorellanza tra bianche e nere ma anche le contraddizioni tra un movimento prevalentemente bianco e di classe media e le lotte e i bisogni delle donne nere e delle lavoratrici. Tensioni e contraddizioni che si ripresentano di nuovo tra il movimento femminista degli anni Sessanta e Settanta e le afroamericane. La lezione principale di Angela Davis è quella di abbandonare l'idea di un soggetto "donna" omogeneo, nella convinzione che qualsiasi tentativo di liberazione, per essere realmente universalista, deve considerare la storia e la stratificazione delle esperienze e dei bisogni dei diversi soggetti in gioco. Un testo che offre prospettive cruciali per il rinnovamento profondo di teorie, linguaggi e obiettivi del movimento femminista, in una fase storica come quella odierna segnata da una presenza crescente di donne migranti in Italia e in Europa, e un sempre più allarmante ritorno del razzismo.
Una storia nera - Antonella Lattazzi
Trama
Roma, 7 agosto 2012. Il giorno dopo la festa di compleanno della figlia minore, Vito Semeraro scompare nel nulla. Vito si è separato da qualche tempo dalla moglie Carla. Ma la piccola Mara il giorno del suo terzo compleanno si sveglia chiedendo del papà. Carla, per farla felice, lo invita a cena. In realtà, anche lei in fondo ha voglia di rivedere Vito. Sono stati insieme per tutta la vita, da quando lei era una bambina, sono stati l'uno per l'altra il grande amore, l'unico, lo saranno per sempre. Vito però era anche un marito geloso, violento, capace di picchiarla per un sorriso al tabaccaio, per un vestito troppo corto. "Può mai davvero finire un amore così? anche così tremendo, anche così triste." A due anni dal divorzio, la famiglia per una sera è di nuovo unita: Vito, Carla, Mara e i due figli più grandi, Nicola e Rosa. I regali, la torta, lo spumante: la festa va sorprendentemente liscia. Ma, nelle ore successive, di Vito si perdono le tracce. Carla e i ragazzi lo cercano disperatamente; e non sono gli unici, perché Vito da anni ha un'altra donna e un'altra quasi figlia, una famiglia clandestina che da sempre relega in secondo piano. Ma ha anche dei colleghi che lo stimano e, soprattutto, una sorella e un padre potenti, giù a Massafra, in Puglia, i cui amici si mobilitano per scoprire la verità a modo loro. Sarà però la polizia a trovarla, una verità. E alla giustizia verrà affidato il compito di accertarla. Ma in questi casi può davvero esistere una sola, chiara, univoca verità?
Liberasempre - Giovanna Nina Palmieri
Trama
"Sono Ayse, ho diciannove anni. I capelli neri lunghi a cui tengo tanto. Credo di avere anche un bel sorriso. Me lo dicono tutti. Da qualche giorno ho lasciato la mia città per raggiungere il mio fratellino da mia nonna, in Turchia. Questa volta, però, non sono qui in vacanza. Questa volta sono qui contro la mia volontà. Credo che tecnicamente si dica rapita." Ayse Durtuc è una ragazza italiana, nata e cresciuta a Siracusa, figlia di genitori turchi molto rigidi e tradizionalisti. Di nascosto da loro, Ayse cerca di emanciparsi: ha un ragazzo, Antonio, e un'amica del cuore, Chiara, che le regala il primo paio di jeans e l'illusione di una vita normale. Perché è questo che Ayse sogna, poter vivere come tutte le ragazze della sua età. Ma i genitori non approvano quel suo stile di vita "troppo occidentale", e un giorno, con l'inganno, la mandano in Turchia dalla famiglia paterna, dove verrà trattenuta contro la sua volontà e le sarà impedito di mettersi in contatto con i suoi amici. Insospettita da quel lungo silenzio, Chiara contatta il programma televisivo "Le Iene", e grazie alla tenacia dell'inviata Nina Palmieri e del suo collega Nicola Barraco, e all'intervento delle forze dell'ordine, dopo alcuni mesi Ayse sarà liberata e potrà tornare in Italia. È la stessa Nina Palmieri a raccontare in questo libro la storia di Ayse. Una storia che ci mostra uno spaccato del nostro presente, e dell'eterna lotta delle ragazze contro l'ottusità e i pregiudizi.
La sposa bambina - Nojoud Ali
Trama
Nojoud viene dallo Yemen. Nojoud ha solo dieci anni. Nojoud non è che una bambina. Una bambina divorziata. Perché anche se ha un lieto fine, questa non è una favola. È la storia di una battaglia, invece. La storia di una bambina che, in un paese in cui le donne sono spesso schiave inermi, ha saputo combattere con il cuore e il coraggio di una leonessa. È stata costretta a sposare un uomo che non aveva mai visto. Un uomo di trent'anni. Lei non ne aveva che otto. È stata picchiata. È stata obbligata a rinnegare la sua infanzia. Nojoud aveva paura. Nojoud voleva giocare. Voleva andare a scuola. Nojoud non è che una bambina. Ha pianto così tanto, ma nessuno la ascoltava. Ha supplicato suo padre, sua madre, sua zia. "Non possiamo fare niente. Se vuoi, vai in tribunale da sola" le hanno risposto. Così, una mattina, Nojoud è scappata dalla sua casa-prigione. Si è incamminata da sola verso il tribunale di Sana'a. Si è ribellata alla legge degli uomini. Ha chiesto il divorzio. In un paese in cui oltre la metà delle spose sono bambine tra gli otto e i dieci anni, Nojoud ha trovato il coraggio di dire no.
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