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Giuditta e l'Orecchio del diavolo. Recensione

 


Trama

In un paese di montagna, nell'autunno del 1944, una bambina viene portata di nascosto a casa di Caterina, la moglie di Sandokan, il capo della banda partigiana che opera su in montagna. È cieca, con occhi inquietanti. Si chiama Giuditta, ed è scampata alla deportazione di tutta la sua famiglia. Giuditta è strana: è in grado di andare in giro per i sentieri della montagna come se ci vedesse, conosce tutte le erbe e i rimedi come le fattucchiere e parla con gli animali. Un giorno scopre l’Orecchio del Diavolo, un posto misterioso e maledetto dove si trova un muro alto e concavo, con al centro un sedile. Seduta lì, Giuditta sente le voci che arrivano dal fondovalle. Così, ogni giorno, torna all’Orecchio del Diavolo. ascolta le voci e i rumori, e riesce ad avvertire in anticipo i partigiani quando i tedeschi si mettono in moto. Per la vigilia di Natale Sandokan e otto dei suoi tornano in paese. Ma quando all’uscita dalla messa, passata la mezzanotte, sono circondati dai tedeschi è chiaro che qualcuno ha fatto la spia e li ha venduti. Giuditta allora sale all’Orecchio del Diavolo e resta lassù in ascolto, giorno e notte, per scoprire chi è il traditore...


Giuditta e l'Orecchio del diavolo è una storia raccontata dal vecchio Tonino a uno scrittore arrivato in paese, narrando quei tempi della guerra quando era solo un bambino. Questa storia parla di Giuditta, una bambina ebrea che la famiglia di Tonino aveva accolto nascondendola in casa loro, dopo che la sua famiglia è stata deportata dai tedeschi (o todeschi, come li chiama lei). Giuditta è non vedente, ma questo suo limite le  ha permesso di sviluppare molti altri sensi che la rendevano strana agli occhi della gente del paese, come comunicare con gli animali e sapersi perfettamente orientare per vicoli e sentieri con solo l'uso dell'udito e del tatto. Durante queste avventure in quello che per lei è un paese nuovo, scopre insieme a Tonino e a suo fratello maggiore Giulio, l'Orecchio del diavolo, un muro alto e concavo al cui centro, seduti su un sedile, era possibile ascoltare l'eco delle voci provenienti dalla valle. Grazie a questo posto misterioso, Giuditta riesce a scoprire il traditore che ha venduto i partigiani ai rivali, oltre ad ottenere la sua vendetta verso l'ennesimo dolore che i tedeschi le avevano causato. 
Ho trovato questa lettura molto adeguata a diverse età, per sensibilizzare su un argomento che non lascia tregua al nostro presente. Si tratta di una narrativa per ragazzi per quanto riguarda  il linguaggio semplice, discorsivo e molto comprensibile per quella fascia di età, ma la tematica trattata è tutt'altro che una storiella per ragazzini. C'è poca descrizione dei personaggi, il che permette di non lasciarsi distrarre dall'empatia verso di loro, ma di concentrarsi sul messaggio e sulla storia che l'autore vuole far arrivare fino a noi. 
Per quanto sia un racconto di fantasia, con elementi di esagerazione per enfatizzare alcuni aspetti narrativi, non è troppo lontano dalla realtà che si viveva in quegli anni della seconda guerra mondiale. E se leggendo libri con questo tipo di argomenti ci sembra che quella realtà sia lontana da noi, dobbiamo invece renderci conto che in alcune parti del mondo non la pensano affatto in questo modo. 


Informazioni generali:
  • Titolo: Giuditta e l'orecchio del diavolo
  • Autore: Francesco D'Adamo
  • Genere: narrativa
  • Numero di pagine: 160
  • Casa editrice: Giunti editori


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