Trama
È un venerdì sera come tanti alla Vecchia Bologna: ci sono le coppie che chiacchierano bevendo Lambrusco, c'è la food blogger che mangia con la forchetta in una mano e il telefonino nell'altra e ci sono i soliti turisti che osano chiedere al padrone di casa eresie come gli "spaghetti alla bolognese". Emilio Zucchini li corregge bonariamente e dirige il traffico tra sala e cucina con piglio esperto e gioviale, quando d'un tratto una ragazza alle prese con un piatto di tagliatelle comincia a gridare e contorcersi in preda a una crisi allergica. A pochi isolati da lì, intanto, Mirko Gandusio detto il Grande Gandhi, abbattuto per aver mandato all'aria in un colpo solo il suo lavoro da buttafuori e la relazione più seria della sua vita - dopo quella con sua madre, s'intende -, si imbatte nel Duomo di Bologna e decide di entrare. Dall'altare uno sguardo misericordioso lo attrae: "è lei, la Diva, l'unica e inimitabile Madonna di San Luca, il simbolo della città", che come tutte le primavere è stata portata in processione in centro. Sarà un richiamo mistico, sarà che ormai non ha più nulla da perdere, fatto sta che Gandhi si arrampica sull'altare, raggiunge la tavola di legno che ritrae la beata vergine e, anziché inginocchiarsi ad adorarla, la stringe al petto e se la fila nell'oscurità. È l'inizio di un weekend rocambolesco per l'intera città, ma soprattutto per Zucchini, che presto scoprirà che lo strano teatrino andato in scena nel suo ristorante e il rapimento della Madonna di San Luca sono legati a doppio filo, e si ritroverà suo malgrado impantanato in entrambi. Toccherà a lui, con le sue entrature alla Curia e le sue, meno efficaci, conoscenze in questura, dare una mano a districare la matassa e lanciarsi alla ricerca della signora più amata di Bologna.
Alla Vecchia Bologna è un venerdì sera come un altro, la sala è piena di bolognesi e gente dei dintorni, ad un tavolo c'è seduta una food blogger che da un po' assedia Emilio Zucchini, che intanto si sta destreggiando nel fornire ad alcuni turisti americani una spiegazione non troppo indisponente sull'inesistenza degli spaghetti alla bolognese, invitandoli piuttosto a mangiare le tagliatelle al ragù.
Tutto procede serenamente, finché una donna improvvisamente non si sente male, proprio lì, nella sua trattoria, Emilio è terrorizzato, in tanti anni di lavoro non gli è mai capitato.
Nella confusione, scoprirà solo successivamente Alice, la cameriera, qualcuno ha sottratto dalla cassa la busta delle mance.
Mirko Gandusio, in poco tempo si è visto crollare il mondo, è stato licenziato dal suo lavoro di buttafuori in un locale e nello stesso istante ha anche mandato all'aria la relazione più seria che ha mai avuto con una ragazza. Riflettendo sulle sue scelte si ritrova davanti al Duomo di Bologna, in cui decide di entrare, attirato dal simbolo della città, la Madonna di San Luca che è stata portata in processione in centro. Accade tutto in un attimo, si guarda attorno e non notando videocamere decide di impossessarsene, in un disperato tentativo di ricevere dei soldi, con un riscatto.
Emilio Zucchini presto scoprirà il misfatto avvenuto alla trattoria, tentando di rintracciare la donna, preoccupato delle sue condizioni, e dovendo occuparsi di un pranzo in Curia di ritrova in zona del duomo quando ci sono le volanti della polizia, grazie all'amicizia col vescovo scopre della scomparsa del noto quadro.
Riuscirà Emilio a ritrovare la Madonna di San Luca prima che l'intera città di Bologna ne conosca l'assenza?
Cosa ne penso io?
Gli spaghetti alla bolognese non esistono è un romanzo giallo di Filippo Venturi.
È preceduto da un altro volume, "il tortellino muore nel brodo" che vede protagonista Emilio Zucchini, anche se non sono strettamente collegati.
Come avrete intuito i protagonisti principali sono due, l'oste Emilio Zucchini, che abbiamo già inquadrato un po' dal volume precedente e Mirko Gandusio il buttafuori.
Partirei proprio da quest'ultimo, un uomo che ha avuto una vita difficile fin da bambino e quando credeva di aver finalmente trovato la pace, si è ritrovato a vivere da disoccupato, solo con la madre che soffre di Alzheimer, è convinto che nessuno lo assumerebbe, per cui neanche ci prova a trovare un nuovo lavoro, preferendo le attività criminali.
Devo essere sincera, il suo è un personaggio particolarmente complesso, che nonostante tutto, mi ha colpito, nel corso della lettura affronterà infatti un'evoluzione, raggiungendo un grado di maturità che onestamente non mi sarei aspettata.
Parlando di Emilio Zucchini invece, è indiscutibilmente il mio personaggio preferito del volume, è un uomo onesto, sempre pronto a mettere davanti gli altri, rispetto a se stesso. Infatti quando ha scoperto delle mance, si è subito prodigato per restituire ai suoi collaboratori la cifra, ancor prima di sapere cosa fosse successo.
È la seconda volta che si ritrova a risolvere crimini, anche se in questo caso era piuttosto inconsapevole della scomparsa del quadro, ed era più preoccupato per la truffa avvenuta nel ristorante.
Il libro in generale? Un romanzo giallo, leggero, scorrevole, che vi consiglio caldamente, che siate amanti del genere o meno, sono abbastanza certa che la capacità di scrittura di Filippo Venturi e la caratterizzazione dei suoi personaggi vi coinvolgerà al punto che difficilmente riuscirete a separarvene prima della fine. Se proprio dobbiamo fargli le pulci c'è solo un piccolo pezzettino che ha rallentato la mia lettura, non vi dirò quale per evitarvi spoiler, non perché sia scritto male, ma semplicemente perché l'ho ritenuto poco interessante rispetto a ciò che stava succedendo. Non credo di dover aggiungere altro in merito, il mio voto è:
- Titolo: Gli spaghetti alla bolognese non esistono
- Autore: Filippo Venturi
- Genere: Romanzo giallo
- Saga: Emilio Zucchini (vol. 2/4)*
- Numero di pagine: 204
- Casa editrice: Mondadori
*Nota: Non esiste un nome ufficiale che raggruppi i volumi, per cui per comodità l'abbiamo inventato noi.
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