Trama
In un antico gioco, in Giappone, ci si riuniva di notte alla luce di cento candele per raccontarsi storie di fantasmi, kwaidan in giapponese. Si narrava di un musicista cieco convocato da un misterioso samurai a suonare per i morti, di una bellissima donna in bianco che risparmia la vita a un giovane durante una bufera di neve, lasciandogli però un terribile avvertimento, di un coraggioso guerriero alle prese con vendicativi fantasmi... A ogni storia una fiamma veniva spenta, fino all'oscurità completa. E poi si aspettava che qualcosa di misterioso e spaventoso accadesse... Molto, molto prima che manga, anime, videogame dal Sol Levante conquistassero il mondo, quando per gli Occidentali Giappone e Luna erano quasi alla stessa distanza, Lafcadio Hearn ha spalancato le porte dell'immaginario e della cultura nipponica. È anche grazie alla sua opera che fantasmi, creature soprannaturali e samurai a caccia di demoni ci sono oggi familiari. Hearn ha raccolto le storie di fantasmi e yokai del folklore e le ha raccontate magistralmente, ben sapendo che le loro presenze irriducibili «sono tra di noi, sempre». Per lui, nell'oscurità che scende spenta l'ultima candela, l'impossibile diventa sicuramente realtà. E ogni racconto svela qualcosa che prima era nascosto, qualcosa di misterioso o dimenticato, o ineffabile. Come uno spettro.
Si tratta di una raccolta di racconti della mitologia e del folklore giapponesi. In ogni capitolo è scritta una storia diversa che narra di spiriti, demoni e altre figure soprannaturali che accompagnano la quotidianità nipponica.
Ogni racconto in sé e per sé è anche interessante, ma non ho trovato in loro niente di spaventoso, nonostante vengano considerati come racconti dell'orrore. Se qualche capitolo mi stava suscitando un po' quella sensazione d'ansia che ci si aspetterebbe da questo genere, poi questa veniva smorzata dal finale che non contribuiva a intensificare questo sentimento durante la lettura, ma al contrario deludeva le mie aspettative.
Alcuni racconti erano molto brevi, scritti in una pagina o poco più, avendo davanti poche parole non sufficienti per rendere coinvolgente il racconto, o parole che volevano esprimere brevemente diversi concetti ma usate in modo confusionario.
Quindi ribadisco che, trovo interessante scoprire una cultura attraverso racconti di folklore, ma in questo caso il mio voto è influenzato dal fatto che dovrebbero essere spaventosi ma non lo sono.
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