Trama
Alex, 17 anni, ha tentato di suicidarsi fermando il proprio cuore. Per questo il padre lo mette in una casa di cura che raccoglie pazienti con problemi mentali e dipendenze. Così entra a far parte del gruppetto di Suicidanti: Victor, un mix di candore e obesità, Colette, vedova agée inconsolabile e dispensatrice di pillole di cinica saggezza, e Jacopo, uomo ricchissimo per il quale tutto è solo noia intollerabile. Ultima arrivata Alice, tanto leggiadra quanto sarcastica e tagliente. I cinque, nonostante evidenti differenze e difficoltà caratteriali inconciliabili, decidono di fare un patto per evadere dalla clinica, recarsi al maniero di Jacopo e suicidarsi tutti insieme. Ma la strada (e la vita) li portano in tutt'altra direzione, un po' per ridere, un po' per amore e un po' perché forse realmente folli...
Alex ha tentato di suicidarsi, sparandosi al cuore, ma si è invece colpito la spalla, il che l'ha portato ad essere ricoverato in ospedale. Sono proprio i medici che certi dell'intenzionalità del gesto di Alex consigliano al padre di metterlo in una casa di cura che si concentra proprio sui problemi mentali e sulle dipendenze. Così Alex entra in contatto con il gruppo dei Suicidanti, coloro che hanno tentato il suicidio ma sono sopravvissuti. Questa strana compagnia è formata da Jacopo, un uomo molto ricco che è infastidito e annoiato dalla vita, Colette è sopravvissuta al tentativo di suicidio concordato con l'amato marito, da allora non vede l'ora di raggiungerlo, nel frattempo passa buona parte del suo tempo insieme agli alcolisti anonimi e dispensa pillole di una saggezza piuttosto cinica, Victor è obeso, dato che prova un forte amore per il cibo, si fa passare i dolci dalle ragazze anoressiche, è particolarmente ingenuo, difficilmente capisce a pieno cosa dice Colette, l'ultima arrivata, quasi in corrispondenza di Alex è Alice, una ragazza dall'animo decisamente tagliente. Il gruppo svolge sedute di gruppo e workshop per passare il tempo ma l'unico argomento di conversazione sembra essere il suicidio, ecco perché nonostante non abbiano nulla in comune tra loro stringono un patto, evadere dalla clinica, raggiungere la villa di Jacopo, a picco sulla scogliera, da cui ha già più volte tentato di lanciarsi, per suicidarsi tutte insieme.
Ci riusciranno?
Cosa ne penso io?
La compagnia degli addii è un libro di narrativa scritto da Axl Cendres.
La voce narrante è quella di Alex, diciassettenne, che nove anni dopo aver ritrovato il cadavere della madre suicida ha iniziato ad elaborare il lutto, provando nel cuore troppo dolore ha deciso che per non provarlo più avrebbe dovuto fermarlo. Il desiderio di porre fine alla propria vita è l'unica cosa che accomuna i membri di questo strano gruppo che si forma all'interno di questa clinica di lusso. Un quadro piuttosto vago di questi soggetti ve l'ho già fatto qui di sopra, e non mi sento di svelarvi altro in merito, affronterete secondo me una migliore esperienza di lettura scoprendo tutto a poco a poco.
Ciò che invece vi posso dire è che ognuno di essi, seppur particolare e vi direi anche fuori dagli schemi, ma si fa presto a capire che di canonico in questo volume non c'è praticamente niente, mi ha profondamente colpito, ho empatizzato con ciascuno, comprendendone dubbi e fragilità anche se solo velatamente espresse, e se alla fine mi si chiedesse chi hai preferito, per quanto difficile scegliere penso che la mia scelta ricadrebbe su Colette, di cui ho particolarmente apprezzato la saggezza cinica.
Ammetto che quando ho scelto questo libro non sapevo bene a cosa sarei andata incontro ma sicuramente mi aspettavo di piangere tutte le mie lacrime data la tematica principale, e invece penso vi stupirà sapere che di lacrime ne ho versate veramente poche, anzi se ci penso bene sono quasi di più le volte che ho riso, cosa decisamente inaspettata vista la tipologia di libro. So cosa state pensando, "ma come in un libro i cui protagonisti hanno tentato tutti il suicidio e non riescono a pensare ad altro dovrebbe esserci da piangere, sicuramente non da ridere", però con certe scene è proprio impossibile che non si generi almeno un sorrisino, ed una volta capito che lo stile di questo volume è volutamente ironico, con un ritmo incalzante, dialoghi sferzati da un sarcasmo mal celato, è proprio impossibile secondo me non farsi qualche risata, se poi si va oltre a ciò comunque rimane un volume toccante, che fa riflettere, bisogna solo capire dove è bene ridere e dove invece si può riflettere. Personalmente l'ho molto apprezzato e sono felice di averlo scelto dopo che da qualche tempo per dei motivi ignoti ne rimandavo la lettura. Sono sicura che questa non sia una lettura adatta a tutti, visti i temi su cui è incentrata, e non parlo di suicidio, ma anche di cliniche, disturbi alimentari, dipendenze da droghe e alcol, sono argomenti che fanno da sfondo ma potrebbero comunque dar fastidio ai lettori più sensibili. Se siete convinti che leggere di tutte queste tematiche non vi turbi, allora vi consiglio vivamente di dargli un occasione e di farmi sapere qui sotto cosa ne pensare. Il mio voto è:
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