Trama
Ogni carattere ha la sua pizza e ogni pizza il suo carattere: questa è una delle poche certezze di Manolo Moretti, ex sovrintendente della polizia penitenziaria e ora pizzaiolo del Gradisca di Galatea a Mare, in Romagna. Moretti ci mette poco a capire se chi ha di fronte è un tipo concreto da Prosciutto e funghi, un esagerato Doppio salame piccante o un raffinato Bufala con basilico. Ma nemmeno il suo principale Vittor Malpezzi - che, ironia della sorte, è un ex pregiudicato - potrà mai convincerlo a preparare una pizza con l'ananas sopra. Nonostante i battibecchi tra Moretti e Malpezzi a proposito di frutta tropicale, le cose in pizzeria procedono a gonfie vele fino a che, proprio la sera in cui la cameriera Channèl, appassionata di true crime, si è presa ferie, succede qualcosa di eccezionale: la morte fa capolino tra i tavolini del Gradisca e i carabinieri devono aprire un'indagine. Nell'aria dolce della Romagna di fine estate, un delitto ci sta proprio come l'ananas sulla pizza: è un corpo estraneo, inquietante, incomprensibile. Ma non è così per tutti: la Channèl, per esempio, è entusiasta di poter finalmente avere a che fare con un vero crimine. E per Moretti, che ha un passato pieno di segreti e una singolare incapacità di tenersi lontano dai guai, potrebbe essere l'occasione per ammettere che quello dietro il forno delle pizze è un nascondiglio da cui deve trovare il coraggio di uscire. L'ananas no è l'atto di nascita di un nuovo detective più che mai improbabile eppure carico della profonda umanità di chi maneggia ogni giorno la pasta di cui noi umani siamo fatti. Con Manolo Moretti, Cavina dà vita a un personaggio, capace di infondere a questo giallo tutta l'autenticità, la malinconia e l'allegria delle nostre estati italiane.
È una sera come molte altre ce ne sono già state, verso settembre, quando ormai l'estate sta inevitabilmente volgendo al termine, quando al tavolo Vintage del Gradisca si stanno accomodando il dottor Quadalti, l'anziano è ormai più di la che di qua, il tuttofare Franchi e la badante venezuelana, proprio quest'ultima ha chiamato nel pomeriggio per prenotare il tavolo, i tre sono infatti clienti assidui della pizzeria, ma solitamente ordinano a domicilio.
Dopo pochi minuti che ricevono le loro pizze, l'anziano finisce con la faccia nella sua mozzarella e porcini, morto stecchito, data l'età non sono in molti a preoccuparsi, però per la polizia la morte naturale è un opzione, ma non si può escludere la possibilità che il dottore sia stato ucciso, e ovviamente i sospetti ricadono sul personale del Gradisca, saranno stati i porcini ad uccidere l'anziano, o qualcuno in cucina ha forse avvelenato la pizza? Così il Gradisca viene chiuso per un paio di giorni, con grande disappunto del proprietario Vittor Malpezzi, preoccupato dalla perdita di guadagno dovuta alla chiusura forzata. Manolo Moretti, pizzaiolo, viene ben presto coinvolto nell'improbabile tentativo di indagine della Channel, cameriera, che neanche era presente durante gli avvenimenti, ma è un'appassionata di misteri e non vuole certo lasciarsi scappare l'occasione di sfoggiare le sue doti da detective. E pensare che solo quella mattina si era trovato a discutere con Vittor sulla pizza con l'ananas che piace agli americani, ma tanto Manolo è categorico, non succederà, se la vogliono mangiare possono cercarsi un'altra pizzeria, al Gradisca non la troveranno.
Cos'è successo al dottor Quadalti? Hanno davvero tentato di ucciderlo? Manolo e Channel scopriranno la verità?
Cosa ne penso io?
L'ananas no è un romanzo giallo scritto da Cristiano Cavina.
Prima di parlarvi dei personaggi e poi del libro in generale voglio fare una premessa, questo non è un giallo di quelli intricati e macchinosi, ma è comunque un volume che intrattiene il lettore, anche se il caso non ha bisogno di un vero e proprio detective per essere svelato.
Detto questo parliamo un po' dei protagonisti di questo volume, Manolo Moretti, ex sovrintendente penitenziario, licenziato per il troppo zelo, è pieno di debiti fino al collo, vive in un camper che è in fermo amministrativo ed una situazione famigliare decisamente complessa, insomma che la sua non sia una vita semplice lo si capisce fin dalle prime pagine, ma pian piano che il lettore si immerge nella lettura riceverà tutte le risposte che cerca. Proseguo con quelli che sono i personaggi secondari, Vittor Malpezzi, il capo, nonchè proprietario del Gradisca e di altre attività di ristorazione che è anche un ex-pregiudicato, la Channel, cameriera e aspirante detective, la Gina che ad 80 anni suonati trascorre le giornate circondata dal fumo della sigaretta e Zafar il pakistano che oltre a condire le pizze guarda le soap opera e litiga con la moglie al telefono. I personaggi sono, secondo me, davvero ben approfonditi, nessun aspetto è lasciato al caso, ogni cosa prima o poi verrà spiegata, abbiate fiducia in questa lettura, sinceramente anche se questo caso si è concluso spero di leggere qualcos'altro con questi protagonisti, magari approfondendo meglio le storie di quelli che ho definito personaggi secondari. Ovviamente non sono tutti i personaggi del volume, ma non mi sembra il caso di dilungarmi oltre in merito.
Passerei invece al libro in sè, che ho trovato interessante, ma che per qualche motivo che non mi so spiegare non mi ha completamente conquistata, seppur sia stata comunque una lettura piacevole che mi sento anche di consigliarvi, in particolar modo se cercate un volume non troppo impegnativo e decisamente scorrevole, questo è il volume che fa al caso vostro. Non so perchè non sia scattata la scintilla, dato che i personaggi sono interessanti e come detto mi sono piaciuti, la trama è intrigante e lo svolgimento non è banale, anche se con un po' di attenzione in più qualche cosa la si può scoprire anche prima di Manolo e della Channel, eppure è così, vi invito però a farmi sapere se lo avete letto e cosa ne pensate o se avrete intenzione di leggerlo in futuro. Il mio voto è:
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