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Le tre del mattino. Recensione



Trama

Antonio è un liceale solitario e risentito, suo padre un matematico dal passato brillante; i rapporti fra i due non sono mai stati facili. Un pomeriggio di giugno dei primi anni Ottanta atterrano a Marsiglia, dove una serie di circostanze inattese li costringerà a trascorrere insieme due giorni e due notti senza sonno. È così che il ragazzo e l'uomo si conoscono davvero, per la prima volta; si specchiano l'uno nell'altro e si misurano con la figura della madre ed ex moglie, donna bellissima ed elusiva. La loro sarà una corsa turbinosa, a tratti allucinata a tratti allegra, fra quartieri malfamati, spettacolari paesaggi di mare, luoghi nascosti e popolati da creature notturne. Un viaggio avventuroso e struggente sull'orizzonte della vita.



Antonio frequenta il liceo quando scopre che i giramenti di testa che lo tormentano frequentemente sono un sintomo di una malattia più complessa, l’epilessia. Per curarlo i medici italiani decidono di riempirlo di pillole e gli vietano qualsiasi attività, perfino bere una bibita gassata con gli amici.
Per questo motivo Antonio che è già di per sè un animo solitario, si isola dai suoi coetanei perché vede la malattia come simbolo di diversità. Nel frattempo i suoi genitori si separano, il padre va a vivere in un altra casa e il rapporto con Antonio si raffredda fino all’indifferenza.
Nonostante questo l’isolamento del figlio preoccupa entrambi i genitori che decidono quindi di chiedere un secondo parere ad uno specialista di Marsiglia.
Il dottor … sospende immediatamente le cure stabilite dai medici italiani e intraprendere una strada nuova. Antonio può ricominciare a vivere come un normale adolescente dovrà solo ricordarsi di prendere una pillola tutti i giorni. 
Anni dopo padre e figlio da soli tornano insieme a Marsiglia per un controllo e il dottore gli dichiara che esiste la concreta possibilità che Antonio sia guarito. Le condizioni per verificare tale situazione sono che trascorra due giorni e due notti senza dormire e nel caso in cui non dovesse avere crisi allora potrà dimenticarsi l’ospedale.
Perciò i due si trovano a trascorrere quarantott’ore insieme alla scoperta della città e alla riscoperta di un rapporto perso.
Il romanzo è ambientato negli anni Ottanta, in quel periodo l’epilessia è vista più come una malattia mentale piuttosto che un disturbo neurologico com'è giusto che sia, la madre stessa ripete più volte, ad Antonio, dopo il primo incidente di dire a scuola che ha sbattuto forte la testa invece di dire le cose come stanno, il che a parer mio influenza il modo in cui Antonio vive la malattia, già di per sé complessa, comprendendo inoltre di essere motivo di vergogna  addirittura per la sua stessa famiglia, che cerca in tutti i modi di rinnegare la realtà.
Cosa ne penso io?
Mi è piaciuto leggere come nel corso del tempo Antonio abbia raggiunto la consapevolezza che essere malato non vuol dire essere diverso, la malattia non rende diversi. 
Ha fatto un percorso di crescita molto evidente, dallo sconforto e l'isolamento causato dal non poter fare più alcuna attività e la separazione dei suoi genitori, ai giorni di Marsiglia dove torna a vivere, perchè la consapevolezza che potrebbe essere guarito gli dà la forza di fare tutto ciò che prima aveva abbandonato. Vorrei aggiungere altro, ma sto già sconfinando nello spoiler così, quindi taglio e vi dico che il mio voto è:



Informazioni generali:

  • Titolo: Le tre del mattino
  • Autore: Gianrico Carofiglio
  • Genere: Narrativa
  • Numero di pagine: 165
  • Casa editrice: Einaudi


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