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L'assassinio di Roger Ackroyd. Recensione

 


Trama

King's Abbot è un tipico paesino della campagna inglese dove non succede mai nulla di speciale. Un giorno però qualcosa accade: l'uomo più ricco del paese, Roger Ackroyd, viene assassinato proprio quando sta per leggere una lettera che avrebbe fatto luce sul misterioso suicidio di un'amica, la signora Ferrars. Il delitto getta nello sgomento la piccola comunità. Ma, in particolare tra gli amici e i parenti della vittima, non tutti hanno da dolersi dell'accaduto. Almeno così sembra credere un buffo investigatore belga in pensione, trasferitosi da poco nel villaggio per coltivare zucche: l'ineguagliabile Poirot. Sarà lui a scoprire che la realtà è ben diversa da come appare e che tutti, anche le persone insospettabili, hanno qualcosa da nascondere.


King's Abbot è uno di quei piccoli paesi in cui tutti si conoscono, e ovviamente tutti sanno sempre cosa accade in paese. La signora Ferrars si è suicidata, in paese lo sanno già tutti, ancor pima che ne venga fatta l'autopsia. E quando poco tempo dopo, anche il signor Roger Ackroyd viene ritrovato morto, nel suo studio, proprio poco prima che leggesse la lettera che l'amica gli ha lasciato pima di morire, che il paese inizia a mormorare. Chi altri potrebbe averlo uccido se non il figlio pieno di problemi e di debiti? 
Nessuno a King's Abbot sa, che lo strano signore che si è appena trasferito in paese per coltivare un nuovo hobby, le zucche, non è altro che il noto investigatore belga in pensione, Hercule Poirot. 
Sarà proprio lui a portare alla luce questo mistero. 
Cosa ne penso io?
L'assassinio di Roger Ackroyd è il quarto volume della lunga serie che vede protagonista Hercule Poirot e già vi anticipo che è anche quello che mi è piaciuto di meno tra quelli letti finora. 
Roger Ackroyd era uno dei cittadini più ricchi di King's Abbot, anche se ha sempre avuto uno strano rapporto col denaro, la sua storia famigliare è complessa, e ve la lascio scoprire da voi, ora è morto, bisogna scoprire chi lo ha ucciso. 
In questo volume Hercule Poirot è in pensione, si è trasferito in paese per coltivare le zucche, alla ricerca di un nuovo passatempo, ma forse più che un rimpiazzo è meglio se continua a far funzionare le "celluline grigie". 
In questo nuovo caso, in cui viene presto coinvolto da Flora, la nipote del signor Ackroyd, dovrà lavorare senza il suo caro amico Hastings, che si è da tempo trasferito in Argentina. 
Come aiutante sceglie il dottore del paese, un filo diretto tra gli abitanti e i poliziotti che si occupano del caso. 
Che dire, la mancanza di Hastings per quanto mi riguarda si è fatta decisamente sentire, senza di lui non è la stessa cosa. Per quanto la penna della Christie si riveli sempre e comunque geniali, i colpi di scena non manchino, questo volume mi ha lasciato così, tra la noia e il disappunto principalmente, ho storto il naso un incredibile quantità di volte. Una storia che a parer mio è particolarmente sbilanciata, per lungo tempo, la maggior parte praticamente, è lenta piena di dettagli non particolarmente interessanti, che sembrano quasi allungare il brodo ed una piccola parte invece, in cui è concentrata la parte più interessante. 
Insomma, anche se l'ho detto subito, ora ho sicuramente chiarito cosa non mi abbia convinto, per cui alla domanda ve lo consiglio? La mia risposta è, nè si nè no, non la ritengo una buona lettura, ma sicuramente ho letto ben di peggio, ma per andare in ordine, è un passaggio di certo obbligato. Il mio voto è: 


Informazioni generali:
  • Titolo: L'assassinio di Roger Ackroyd
  • Autrice: Agatha Christie
  • Genere: Romanzo giallo
  • Saga: Hercule Poirot (vol. 4/49)
  • Numero di pagine: 252
  • Casa editrice: Mondadori


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