Trama
«In mezzo alla città di cemento e asfalto, Marcovaldo va in cerca della Natura. Ma esiste ancora, la Natura? Quella che egli trova è una Natura dispettosa, contraffatta, compromessa con la vita artificiale. Personaggio buffo e melanconico, Marcovaldo è il protagonista d'una serie di favole moderne, dove Italo Calvino va segnando, come in un suo blocknotes segreto, avvenimenti impercettibili nella vita di una grande città industriale, quali possono essere il passaggio d'una nuvola carica di pioggia o l'arrivo mattutino d'uno sbuffo di vento. Quando le avventure di Marcovaldo hanno raggiunto un bel numero, seguendo come un colorato calendario l'alternarsi delle stagioni, Calvino le ha disposte in un libro. Partite come divagazioni comico-poetiche sul tema – "neorealistico" per eccellenza – della più elementare lotta per la vita, le venti favole di Marcovaldo arrivano alla rappresentazione della più complicata realtà d'oggi, alla satira del "miracolo economico" e della "civiltà del consumo"; ma sempre restano fedeli a una classica struttura narrativa: quella delle storielle a vignette dei giornalini per l'infanzia. Marcovaldo non è altro che un Fortunello contemporaneo, un Bonaventura all'incontrario, un Pampurio dei caseggiati popolari.»
Innanzitutto devo premettere che ho letto Marcovaldo di Italo Calvino, in quanto il libro fa parte del programma di un mio esame universitario, e in tutta sincerità questo è anche l'unico motivo per cui sono arrivata alla fine della lettura, ne avrei sinceramente fatto a meno, ma avendolo letto, eccoci qua.
Una serie di brevi racconti che vedono protagonisti Marcovaldo in particolar modo ma anche la sua famiglia. Essi non sono strettamente legati tra loro anzi spesso non c'è un nesso che collega i vari capitoli il che ammetto mi ha generato un po' di confusione mentre leggevo. Inutile girarci intorno, non mi è piaciuto, non mi ha coinvolto, non mi ha proprio detto nulla, non vedevo l'ora di finirlo per il semplice fatto che mi sentivo attanagliata dal blocco del lettore durante la lettura, insomma l'ho letto perchè costretta a farlo, come ho già detto d'altronde. Non mi sento a differenza del solito di dirvi se ve lo consiglio o meno, perchè sono consapevole che essere costretta a leggerlo abbia in parte influenzato il mio giudizio. Il mio voto è:
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