Trama
È un pomeriggio di fine gennaio quando Chiara incontra Rhett, otto anni e dodici chili di morbidezza. Il proprietario è morto all’improvviso e una collega le chiede di prendersene cura. La sua risposta è categorica: sarà solo per qualche giorno. Non diventerà mai una di quelle che trattano i gatti come figli, questo deve essere chiaro. Quando però lei e Rhett restano da soli, qualcosa cambia. Sarà l’aria da duro che ha dipinta sul muso o l’espressione enigmatica con cui la guarda, ma Chiara ne rimane totalmente conquistata. Da quel momento Rhett diventa un improbabile compagno di vita: amico, confidente e – perché no? – silenzioso consigliere. E così, mentre Chiara cerca di cavarsela tra una pandemia che sembra infinita e una serie di disavventure davvero incredibili, sarà proprio Rhett a insegnarle, giorno dopo giorno, che la vita vale la pena di essere vissuta. Sempre e comunque. Dopo "Volevo essere una gatta morta" e "Volevo essere una vedova"", Chiara Moscardelli torna al racconto autobiografico: brillante, acuta e pungente come solo lei sa essere, ci regala una storia di crescita e accettazione. Con un protagonista d’eccezione: il gatto Rhett, l’unico maschio alfa che tutte le donne vorrebbero avere al proprio fianco.
È un pomeriggio come un altro, a gennaio, quando una collega le chiede di prendersi cura di Rhett, un gatto di otto anni, il cui proprietario è morto all'improvviso. Chiara non vuole diventare una di quelle persone che trattano gli animali come i proprio figli, per cui è categorica, lo ospiterà solo per qualche giorno, in attesa di una sistemazione definitiva.
È facile dire di no, finchè non se lo ritrova davanti, e quell'aria da finto duro fa nascere tra i due un legame, una vera e propria amicizia. Chiara che a malapena sa badare a se stessa, deve cercare il modo di sopravvivere al nuovo inquilino, alla pandemia, all'isolamento e ad una lunga serie di sventure, sembra quasi che l'universo c'è l'abbia con lei, sarà proprio Rhett la sua ancora di salvezza, il gatto che tanto non voleva le fornisce le migliori perle di saggezza che l'aiuteranno a uscire dal bozzolo, per sbocciare come una farfalla.
Cosa ne penso io?
Io & Rhett è un libro di narrativa scritto da Chiara Moscardelli e illustrato da Elena Triolo.
La protagonista del volume è Chiara stessa, che racconta la sua vita, la sua quotidianità, con tutti i pregi e i difetti che ne conseguono, per cui in un certo senso è un autobiografia.
Chiara, quasi cinquant'anni, single, romana trapiantata a Milano per lavoro tutto si aspettava tranne che adottare un gatto.
La star del libro infatti è proprio lui, Rhett, un gatto di otto anni, dodici chili, umanizzato al punto da mostrare una grande saggezza, in poco tempo diventa il miglior amico di Chiara, anche se è mostra sempre più preoccupazione per le sue scatolette, che secondo lui sono sempre troppo poche.
Inutile dire che le descrizioni sono accurate, d'altronde Chiara sta parlando di se stessa, ma la cosa che più mi ha colpito, è lo stile ironico, ma che comunque fa riflettere, che utilizza per scrivere questo libro, un volume pieno di dialoghi, anzi di battibecchi, tra Chiara e Rhett, che parlano di vita, di tematiche piuttosto comuni, cose che possono accadere a tutti noi, anche se ci auguriamo di no.
A parere mio, Chiara Moscardelli, ha uno stile veramente interessante, non vedo l'ora di leggere altro di suo, ho già qualche altro titolo in lista ma se avete dei consigli sono sempre ben accetti.
Una cosa che di certo non mi aspettavo è la conclusione, completamente inaspettata, non vi dirò niente in merito, neanche la mia reazione per evitare qualsiasi spoiler. Giunti alla conclusione, nel caso foste ancora in dubbio, sì, vi consiglio di leggere questo volume, semplice, leggero, dolce ma anche commovente, che invita a non abbattersi davanti alle difficoltà. Il mio voto è:
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